Gli attimi fuggono i gesti rimangono.....

2014-11-08Pubblicato da Aniello Battaglia

 

In merito alla tematica trattata la mia attenzione si è soffermata su questo articolo, pubblicato sul Corriere della Sera , poiché delinea un tratto importante della nuova figura dell’insegnante, non più visto come freddo dispensatore di contenuti ma come veicolatore di emozioni sulla scia delle quali si può struttuare in modo efficace un intero progetto di vita dell’alunno, sosprattutto disabile. Questo nuovo approccio pedagogico è aperto a tutte le metodologie attuali e del passato che sappiano educare con amore, ascolto profondo e rispetto delle esigenze d’ apprendimento. In ognuno di noi sono indelebili le gesta e i comportamenti di un "grande maestro" che attraverso il suo carisma ha segnato positivamente la nostra vita.

ARTICOLO DI BEPPE SERVEGNINI  

Tutti sentiamo di avere bisogno di un maestro. Sempre, ovunque, ad ogni età. Desideriamo, magari senza rendercene conto, una guida che indichi una strada: “ per di là”…. Senza spiegarci: basta l’incoraggiamento. “Maestro” era l’appellativo di Gesù Cristo nei Vangeli, l’omaggio dei contemporanei ai grandi del Rinascimento.

Essere un maestro è un impegno, un’autocertificazione di generosità.

I maestri non fanno coccole: offrono aiuto, suggerimenti e ispirazione.

Segnalano svolte e insegnano prospettive. Indicano una via e la illuminano: può essere una scala verso il cielo se si crede nell’aldilà, o un passaggio sicuro nel bosco delle decisioni difficili. I maestri, quelli veri, non chiedono niente in cambio. La ricompensa è l’onore di trasmettere qualcosa, il piacere di aiutare chi viene dopo. Piacere gratuito e silenzioso, perché parole e idee possono cambiare il mondo. E l’insegnamento è il più grande atto d’amore.

Gli attimi fuggono i gesti rimangono......