Emozioni e memoria

2014-10-09Pubblicato da Massimo Calenzo

 

Vorrei condividere con voi il video di una lezione del corso di "Psicologia dell'apprendimento e della memoria" dell'Uninettuno, in cui viene illustrato il tema del rapporto tra le emozioni e i processi di memorizzazione.
In particolare viene sollevato il problema di come accertare la veridicità del ricordo e valutarne l'accuratezza.
Viene perciò affrontato il tema delle "flashbulb memories" (ricordi particolarmente vividi del contesto in cui una persona apprende per la prima volta una notizia sorprendente ed emotivamente saliente). La straordinaria ricchezza di dettagli di questo tipo di ricordi portò gli studiosi ad ipotizzare che il funzionamento delle "flashbulb memories" sia il risultato di uno speciale meccanismo neuronale chiamato "Now Print": in seguito ad un'eccitazione che supera un certo livello critico, tale meccanismo stampa nella memoria permanente un incredibile numero di dettagli relativi alle circostanze dell'evento.
Il modello delle "flashbulb memories" è stato successivamente messo in crisi da risultati che ne hanno dimostrato l'estrema fallibilità. In un esperimento condotto nel 1992 si appurò che "la fiducia che i soggetti mostravano di avere nei propri ricordi non era correlata con l'accuratezza delle rievocazioni". Le "flashbulb memories", che sono prodotte in risposta ad un evento sorprendente, si sono dunque rivelate dei ricordi labili e inaffidabili. Tuttavia è anche vero che esse non sono completamente inaffidabili. "Anche se col tempo tendono a dissolversi, i flash potrebbero essere ritenuti meglio dei ricordi usuali" (D.L. Schacter). Il ricordo di eventi traumatici è sicuramente più ricco e attendibile di quello di eventi banali. Tra i fattori determinanti vi è il significato che l'evento ha a livello personale, e quindi il grado di coinvolgimento in prima persona e le numerose ripetizioni a cui l'evento va incontro nel tempo successivo.